Il Consiglio dei Ministri spagnolo ha approvato, nella riunione del 4 novembre 2025, il disegno di legge noto come “Statuto degli Stagisti”. Promossa dal Ministero del Lavoro e dell’Economia Sociale, la norma viene presentata come una “riforma del lavoro per le nuove generazioni”, progettata con l’obiettivo principale di sradicare la figura del “falso stagista” e di vietare la sostituzione di posti di lavoro con studenti in formazione.
- Il nuovo quadro normativo: cosa cambia con lo Statuto degli Stagisti
- Dall’accordo sindacale all’approvazione in “prima lettura”
- Obiettivo dichiarato: la fine del “falso stagista”
- Nuovi limiti quantitativi e qualitativi
- Il regime sanzionatorio: un drastico inasprimento
- Analisi dell’impatto economico diretto su PMI e lavoratori autonomi
- Il “doppio onere”: somma di contributi (2024) e rimborsi (2025)
- Costo 1: la contribuzione alla Previdenza Sociale (vigente da gennaio 2024)
- Costo 2: il nuovo “rimborso spese” (il cuore dello Statuto)
- La reazione di ATA e CEPYME: “asfissia normativa”
- Confronto degli oneri per l’azienda ospitante (Pre-2024 vs. Post-Statuto 2025)
- Gli attori dimenticati: il conflitto con la comunità universitaria
- La posizione della CRUE: sostegno ai diritti, rifiuto dell'”improvvisazione”
- La bomba a orologeria: l'”effetto sostituzione” dei costi
- La visione studentesca (CREUP): sostegno critico
- Sostenibilità politica e conclusioni dell’esperto
Per raggiungere questo obiettivo, lo Statuto introduce due meccanismi chiave: l’obbligo per le aziende di rimborsare le spese di vitto, alloggio o trasporto degli studenti e un drastico inasprimento del regime sanzionatorio, con multe che possono raggiungere i 225.018 euro.
Questa analisi conclude che, sebbene la diagnosi del problema (la frode in ambito lavorativo) sia corretta, la soluzione proposta è economicamente insostenibile ed è stata negoziata alle spalle di attori cruciali. I nuovi obblighi si sommano alla già vigente contribuzione alla Previdenza Sociale per tutti gli stagisti, operativa da gennaio 2024, creando un “doppio onere” che PMI e lavoratori autonomi rifiutano, considerandolo un'”asfissia normativa”.
Ancora più grave è il fatto che la norma ignora il finanziamento delle proprie misure. La Conferenza dei Rettori delle Università Spagnole (CRUE) denuncia di non essere stata consultata e avverte di un rischio sistemico: così come è accaduto con i contributi del 2024, che le università stanno sostenendo con costi milionari di fronte al rifiuto delle imprese, il nuovo “rimborso spese” ricadrà de facto sui “conti malmessi” delle università pubbliche.
Lo Statuto nasce, quindi, con il netto rifiuto delle associazioni datoriali (CEOE, CEPYME), delle università (CRUE) e dell’opposizione parlamentare (PP), oltre a evidenziare frizioni interne allo stesso governo di coalizione. Di conseguenza, la sua sostenibilità parlamentare è considerata praticamente nulla.
Per le PMI e i lavoratori autonomi, il rischio immediato non è questo Statuto, ma l’inadempimento della normativa già in vigore: la contribuzione obbligatoria dal 2024 e la crescente vigilanza dell’Ispettorato del Lavoro contro la “presunzione di subordinazione”.
Il nuovo quadro normativo: cosa cambia con lo Statuto degli Stagisti
Dall’accordo sindacale all’approvazione in “prima lettura”
Il 4 novembre 2025, il Consiglio dei Ministri ha approvato in “prima lettura” il “Disegno di legge sullo statuto delle persone in formazione pratica non lavorativa in azienda”. Questa iniziativa, guidata dalla seconda vicepresidente e ministra del Lavoro, Yolanda Díaz, è stata definita dal suo dicastero “la riforma del lavoro per le nuove generazioni nel nostro Paese”.
L’approvazione del testo arriva con un notevole ritardo. Il disegno di legge si basa su un accordo che il Ministero del Lavoro aveva siglato esclusivamente con i sindacati Comisiones Obreras (CCOO) e Unión General de Trabajadores (UGT) nel 2023. Il divario di oltre due anni tra la firma di quell’accordo e il suo arrivo in Consiglio dei Ministri non è una procedura abituale. Questo lasso di tempo evidenzia le profonde “discrepanze interne” che la norma ha generato in seno al governo di coalizione, in particolare tra il PSOE e Sumar.
Infatti, l’approvazione è avvenuta in “prima lettura”. Si tratta di un passo preliminare nel processo legislativo spagnolo. Significa che il disegno di legge non viene ancora inviato al Congresso, ma deve prima essere sottoposto a un periodo di diversi mesi per raccogliere i pareri obbligatori di altri organismi prima di tornare al Consiglio dei Ministri per una “seconda lettura” e l’approvazione come progetto di legge. Questo iter, che si prevede lungo non essendo considerato urgente, suggerisce che l’approvazione iniziale sia stata più una manovra politica dell’ala di Sumar nel governo per soddisfare le richieste dei suoi alleati sindacali, piuttosto che un’iniziativa legislativa coesa e con consenso interno.
Obiettivo dichiarato: la fine del “falso stagista”
L’obiettivo esplicito e centrale dello Statuto è definire con chiarezza il confine tra un’attività formativa e un rapporto di lavoro ordinario. Nelle parole della ministra Díaz, i tirocini devono essere destinati “semplicemente a imparare, a formarsi”, e “non a sostituire i lavoratori nelle aziende”.
Questa legislazione risponde direttamente a una rivendicazione storica dei sindacati, che celebrano la norma come la fine dello “sfruttamento” degli studenti e del loro uso come “manodopera gratuita”. Le organizzazioni sindacali sono state molto attive nel denunciare questa pratica. L’UGT ha stimato che l’uso fraudolento di stagisti abbia permesso alle aziende di risparmiare oltre 1.143 milioni di euro in contributi sociali. Da parte sua, CCOO calcola che in Spagna ci siano circa 500.000 studenti che svolgono stage ogni anno, un volume che rende difficile il controllo e facilita le frodi.
Questo contesto spiega la natura dello Statuto: è, in sostanza, una norma di ispezione e sanzione, più che una norma di promozione della formazione. Il suo articolato si concentra sulla “presunzione di subordinazione in caso di frode” e sul divieto esplicito di assegnare agli studenti compiti non legati al loro piano formativo, come la sostituzione del personale in ferie.
Tuttavia, il disegno della legge rivela uno squilibrio fondamentale. Il governo cerca di risolvere un problema di frode lavorativa (la sostituzione di personale, di competenza dell’Ispettorato del Lavoro) utilizzando uno strumento di regolamentazione accademica (la convenzione di tirocinio). Questo approccio è la causa principale del conflitto generato con le università. Il Ministero ha creato una regolamentazione che impone costi e burocrazia, non solo all’impresa inadempiente, ma anche all’ente che gestisce il tirocinio (l’università), che si ritrova intrappolata in una battaglia lavorativa che non le compete. Legiferando alle spalle della comunità universitaria, il Ministero ha sbagliato mira: per punire le aziende fraudolente, ha caricato di costi e responsabilità l’intermediario accademico, un attore necessario e senza scopo di lucro.
Nuovi limiti quantitativi e qualitativi
Per concretizzare il controllo sulle frodi, il disegno di legge stabilisce una serie di limiti oggettivi e misurabili, pensati per facilitare il lavoro ispettivo:
- Limite di ore: Si attaccano direttamente i tirocini extracurriculari, i più suscettibili di mascherare rapporti di lavoro. Lo Statuto li limita a un massimo di 480 ore totali o, in alternativa, al 15% delle ore di crediti formativi del titolo di studio.
- Limite di studenti per organico: Viene fissato un tetto generale: il numero di persone in formazione pratica non potrà superare il 20% dell’organico totale dell’azienda. Inoltre, si stabiliscono proporzioni specifiche per le PMI:
- Aziende da 1 a 10 dipendenti: 1 stagista.
- Aziende da 11 a 30 dipendenti: 2 stagisti.
- Aziende da 31 a 59 dipendenti: 3 stagisti.
- Limite di tutoraggio: Si esige un tutoraggio “adeguato” e si regola la figura del tutor aziendale. Aspetto cruciale, si stabilisce che uno stesso tutor non potrà avere a suo carico più di cinque studenti contemporaneamente.
Questi limiti numerici (20% dell’organico, rapporto 1:5 tutor/stagisti) sono gli strumenti legali più potenti della norma, poiché offrono all’Ispettorato del Lavoro “campanelli d’allarme” oggettivi che facilitano la “presunzione di subordinazione”.
Tuttavia, questi limiti generano costi indiretti. Per un lavoratore autonomo o una PMI, la limitazione di 1 tutor ogni 5 studenti rappresenta un costo opportunità nascosto che può essere più dissuasivo dei pagamenti diretti stessi. L’imprenditore dovrà assegnare uno dei suoi dipendenti più qualificati (l’unico in grado di fare da tutor) a compiti di supervisione. Il tempo che quel dipendente senior dedica alla formazione è tempo che smette di essere produttivo o fatturabile al 100%. Questo costo opportunità, non quantificato nella legge, disincentiva il tutoraggio di qualità e, per estensione, l’offerta stessa di posti di tirocinio.
Il regime sanzionatorio: un drastico inasprimento
Lo Statuto rafforza esplicitamente il ruolo dell’Ispettorato del Lavoro e della Previdenza Sociale (ITSS) nella vigilanza sul rispetto di questa normativa. A tal fine, viene creato un regime sanzionatorio specifico all’interno della Legge sulle Infrazioni e Sanzioni nell’Ordine Sociale (LISOS).
La misura più pubblicizzata è stata l’introduzione di multe che possono raggiungere i 225.018 euro per le infrazioni considerate molto gravi. Equiparare la sanzione massima per frode nei tirocini alle sanzioni più elevate della LISOS (destinate a frodi su larga scala, come quelle dei “falsi autonomi”) è una dichiarazione di intenti: il governo equipara legalmente il “falso stagista” alle forme più gravi di lavoro sommerso.
Tuttavia, per la PMI e il lavoratore autonomo, la cifra di 225.018 euro è, in gran parte, rumore mediatico. Il vero rischio legale e finanziario non è quella sanzione massima, ma l’applicazione della “presunzione di subordinazione”.
Il vero pericolo per una piccola impresa è il seguente: se un ispettore del lavoro stabilisce che uno studente svolgeva mansioni strutturali e sostituiva un lavoratore, dichiarerà che quella persona era un dipendente fin dal primo giorno, e non uno stagista. In tale scenario, la PMI non affronterà (generalmente) la multa da 225.000 euro, ma qualcosa che può essere economicamente peggiore: l’obbligo di versare retroattivamente tutti gli stipendi non pagati (calcolati secondo il contratto collettivo applicabile) e tutti i contributi sociali (al 100%, senza sgravi) con le relative maggiorazioni e interessi. Questa richiesta per mesi o addirittura anni di “falso stage” è il vero deterrente e ciò che può compromettere la sostenibilità di una piccola impresa.
Analisi dell’impatto economico diretto su PMI e lavoratori autonomi
Il “doppio onere”: somma di contributi (2024) e rimborsi (2025)
L’articolo che ha motivato questa analisi, che afferma che la legge “farà impennare i costi” di autonomi e PMI, si fonda sull’ accumulo di due oneri economici imposti in un breve lasso di tempo.
- Onere 1 (Vigente): La contribuzione alla Previdenza Sociale per tutti gli studenti in tirocinio (retribuiti o meno), in vigore dal 1° gennaio 2024.
- Onere 2 (Proposto): Il nuovo obbligo di rimborsare le spese introdotto dallo Statuto degli Stagisti.
L’indignazione del tessuto imprenditoriale non è dovuta solo all’importo di questi nuovi oneri, ma alla sovrapposizione di regolamentazioni in un contesto economico già complesso, segnato dall’aumento del salario minimo (SMI), dalla digitalizzazione obbligatoria e dall’incremento dei contributi.
Costo 1: la contribuzione alla Previdenza Sociale (vigente da gennaio 2024)
Dal 1° gennaio 2024, in applicazione del Decreto Legge Reale 2/2023, è obbligatorio iscrivere alla Previdenza Sociale tutti gli studenti che svolgono tirocini formativi o accademici esterni, indipendentemente dal fatto che siano retribuiti o meno.
Nel caso dei tirocini non retribuiti (la stragrande maggioranza), questa contribuzione è sovvenzionata al 95%. Il costo reale è, quindi, molto ridotto. La contribuzione giornaliera ammonta a 2,36 euro per le contingenze comuni e 0,29 euro per quelle professionali. Ciò si traduce in una quota massima mensile di circa 60,76 euro e un costo medio annuo per stagista stimato in circa 200 euro.
Come definito da alcune fonti, il costo diretto è “irrisorio”. Il vero impatto per l’autonomo o la PMI non è l’esborso, ma l’ onere amministrativo. L’imprenditore deve gestire le iscrizioni e le cancellazioni alla Previdenza Sociale per ogni studente e, inoltre, liquidare le quote trimestralmente. Ciò aggiunge burocrazia, costi di consulenza e una complessità gestionale che prima non esisteva.
Ma l’analisi di questa norma del 2024 è cruciale perché serve da esperimento fallito che anticipa il fallimento dello Statuto del 2025. La legge sui contributi del 2024 ha creato un obbligo di pagamento senza un chiaro meccanismo di finanziamento. Stabiliva che il pagamento spettasse all'”ente che finanzia il programma” o, in sua assenza, all’azienda. In pratica, la maggior parte delle aziende e delle istituzioni pubbliche si è rifiutata di assumersi questo nuovo costo.
Per evitare il collasso del sistema (che gli studenti non potessero laurearsi) e per “trasmettere tranquillità”, le università (CRUE) sono state costrette ad assumersi il pagamento. Le università pubbliche spagnole stanno sostenendo un costo stimato di 9 milioni di euro all’anno, oltre all'”enorme” onere di gestione di circa 400.000 tirocini, “senza che spetti loro direttamente”. Lo Statuto del 2025 ripete esattamente questo errore: impone un nuovo costo (il rimborso spese) presumendo che le aziende pagheranno, quando l’esperienza del 2024 dimostra che non lo faranno e che il conto ricadrà, di nuovo, sulle università.
Costo 2: il nuovo “rimborso spese” (il cuore dello Statuto)
Il vero aumento dei costi introdotto dal disegno di legge del 2025 è il “rimborso spese”. Il testo obbliga l’azienda a rimborsare “per un importo minimo” le spese sostenute dallo studente, come trasporto, alloggio o vitto.
È fondamentale chiarire che questo non è uno stipendio. Lo Statuto, infatti, non obbliga a retribuire il tirocinio.
Il problema principale di questa misura è la sua pericolosa vaghezza. La norma non fissa un importo, ma un concetto (“rimborsare”). Ciò genera un’incertezza giuridica totale per la PMI. Quanto è “sufficiente” per “coprire” la spesa? Si deve pagare l’abbonamento ai trasporti (es. 20 €/mese) o anche il vitto (es. 12 €/giorno di menù, per un totale di 240 €/mese)? Peggio ancora, la legge menziona l'”alloggio”. La PMI deve coprire il costo di una stanza per uno studente che decide di trasferirsi in città per svolgere il tirocinio?
Questo costo indefinito è un disincentivo molto più potente di un costo fisso. Una PMI può mettere a budget 100 euro al mese, ma non può mettere a budget un obbligo legale di coprire l'”alloggio”, un costo che potrebbe ammontare a centinaia di euro. Questa vaghezza crea un evidente rischio di contenzioso. Uno studente potrebbe denunciare l’azienda (con il supporto dei sindacati) ritenendo insufficiente il rimborso offerto. La PMI rischia che un ispettore o un giudice decidano a posteriori quale fosse l’importo “sufficiente”.
La reazione razionale dell’imprenditore, come avvertono la Camera di Commercio e i Consigli Sociali, sarà quella di evitare questo rischio legale e finanziario imprevedibile nell’unico modo possibile: smettendo di offrire tirocini.
La reazione di ATA e CEPYME: “asfissia normativa”
La reazione del tessuto imprenditoriale è stata unanimemente negativa. Le associazioni datoriali (CEOE e CEPYME) e la principale associazione di lavoratori autonomi (ATA) respingono frontalmente la norma. Lorenzo Amor, presidente di ATA, ha criticato aspramente l’accumulo di oneri, inserendo questa legge in un contesto generale di aumento dei costi (salario minimo, contributi) che le PMI percepiscono come un'”asfissia normativa”.
La Camera di Commercio spagnola, nel suo rapporto di osservazioni, è stata categorica: la norma “disincentiverà” l’offerta di tirocini da parte delle imprese e aumenterà i costi normativi ed economici senza giustificazione.
Si crea così un’alleanza de facto tra le associazioni datoriali e le università (CRUE), entrambe contrarie alla legge. Tuttavia, è fondamentale capire che si oppongono per motivi diametralmente opposti. Le imprese non vogliono pagare i nuovi costi. La CRUE, invece, teme che le imprese non paghino e che il conto, ancora una volta, ricada sull’università. Entrambi gli attori, da prospettive opposte, giungono alla stessa conclusione: la legge è finanziariamente insostenibile.
Confronto degli oneri per l’azienda ospitante (Pre-2024 vs. Post-Statuto 2025)
La tabella seguente sintetizza l’evoluzione degli obblighi e dei costi per un lavoratore autonomo o una PMI che ospita uno studente in tirocinio non retribuito, dimostrando l’accumulo degli oneri.
| Caratteristica del Tirocinio | Situazione Pre-Gennaio 2024 | Situazione Attuale (RDL 2/2023) | Proposta Statuto 2025 |
| Contribuzione S.S. (Non Retribuito) | Non obbligatoria. | Obbligatoria. | Mantiene l’obbligo. |
| Costo Contribuzione (Stimato) | 0 € | ~200 €/anno (Costo sovvenz. 95%). | Mantiene ~200 €/anno. |
| Onere di Gestione (Iscrizioni S.S.) | Basso (Solo convenzione). | Alto. Pagamenti trimestrali. | Mantiene Onere Alto. |
| Rimborso Spese | Volontario. | Volontario. | Obbligatorio (Importo indefinito). |
| Limiti Studenti (Organico) | No (Soggetto a frode). | No. | Sì (Max 20% organico; proporzioni PMI). |
| Limiti Tutoraggio | No (Informale). | No. | Sì (Max 5 studenti/tutor). |
| Rischio Sanzionatorio | Basso (Frode difficile da provare). | Medio. | Estremo (Fino a 225.018€, presunzione di subordinazione). |
| Fonte di Finanziamento Reale | Impresa (se volontario). | Università (per inadempienza imprese). | Conflitto Aperto (PMI vs. Università). |
Gli attori dimenticati: il conflitto con la comunità universitaria
Il più grande errore strategico nella stesura dello Statuto è stata l’esclusione della comunità universitaria dalla negoziazione, un fatto che ha provocato il netto rifiuto da parte del sistema che gestisce la maggior parte dei tirocini in Spagna.
La posizione della CRUE: sostegno ai diritti, rifiuto dell'”improvvisazione”
La Conferenza dei Rettori delle Università Spagnole (CRUE) è, insieme alle associazioni datoriali, l’attore più critico nei confronti della norma. I rettori denunciano che il disegno di legge è stato negoziato e redatto senza consultare la comunità universitaria, un fatto incomprensibile dato che i tirocini sono un’attività accademica regolamentata.
La posizione della CRUE è sfumata: “valutano positivamente” e “sostengono” i nuovi diritti per gli studenti, come il rimborso spese o la protezione in caso di malattia. Tuttavia, esprimono la loro “enorme preoccupazione” per la “sostenibilità economica” della legge. Avvertono che, se non si garantisce la corresponsabilità delle imprese, la norma genererà un forte disincentivo che “comprometterà la continuità” del modello dei tirocini.
Il Ministero del Lavoro ha commesso l’errore di negoziare una riforma accademica come se fosse una riforma del lavoro (solo con i sindacati). La CRUE non si oppone al fatto che gli studenti ricevano un rimborso; si oppone al fatto che il Ministero crei un diritto senza stanziare una linea di bilancio per pagarlo. I rettori sanno, per l’esperienza del 2024, che quel conto ricadrà inevitabilmente sulle università, e accusano il Governo di “improvvisazione” e di legiferare “alle spalle” della realtà finanziaria del sistema.
La bomba a orologeria: l'”effetto sostituzione” dei costi
La chiave per comprendere il futuro dello Statuto è la “bomba a orologeria” innescata con i contributi del 2024. Come confermano la CRUE e le analisi dei media, le università stanno già sostenendo il costo di 9 milioni di euro all’anno e l'”enorme” onere di gestione dei contributi, “senza che spetti loro direttamente”, per “trasmettere tranquillità ai loro studenti” e salvare l’anno accademico.
Le università sono intrappolate in un dilemma irrisolvibile. I tirocini curriculari sono, in molti corsi di laurea, obbligatori affinché gli studenti ottengano il titolo. Se le aziende, di fronte ai nuovi costi dello Statuto (contributi + rimborso spese), smettono di offrire posti, l’università ha solo due opzioni:
- Lasciare che il sistema collassi e che i suoi studenti non possano laurearsi.
- Pagare essa stessa i costi (i contributi, come già fa, e il nuovo rimborso) per “salvare” l’offerta di posti e garantire le lauree.
La legge crea un incentivo perverso per le imprese. Sanno che, se si rifiutano di pagare, l’università (l’attore più debole, ma con l’obbligo accademico) dovrà coprire i costi per evitare il collasso. Il risultato prevedibile è che lo Statuto, progettato per porre fine alla “manodopera gratuita”, finirà per istituzionalizzare un sistema in cui le università (con denaro pubblico) sovvenzionano i tirocini formativi nelle aziende private, mentre il Ministero del Lavoro si attribuisce una vittoria sociale.
La visione studentesca (CREUP): sostegno critico
Persino i teorici beneficiari della norma, gli studenti, mantengono una posizione critica. Il Coordinamento dei Rappresentanti degli Studenti delle Università Pubbliche (CREUP) si è unito alle lamentele della CRUE, denunciando che il Ministero ha ignorato la comunità universitaria nella negoziazione.
Pur sostenendo l’ampliamento dei diritti, il CREUP ritiene che il “rimborso spese” sia insufficiente. La loro rivendicazione è una “giusta remunerazione” che compensi non solo le spese, ma anche il “costo opportunità” che rappresenta per lo studente dedicare tempo al tirocinio. La legge attuale non soddisfa questa richiesta, poiché esplicitamente non obbliga a una retribuzione.
La minaccia più grande per gli studenti è la conseguenza indesiderata della legge. Se gli avvertimenti della CRUE e dei Consigli Sociali si avvereranno, gli studenti avranno più diritti sulla carta, ma meno tirocini nella realtà, ostacolando il loro accesso al mercato del lavoro e, in molti casi, la loro stessa laurea.
Sostenibilità politica e conclusioni dell’esperto
Un labirinto parlamentare: sostenibilità nulla
Il percorso parlamentare dello Statuto degli Stagisti si preannuncia breve e fallimentare. Il fatto che sia stato approvato solo in “prima lettura”, e non come progetto di legge definitivo, indica già la sua debolezza. Deve passare mesi di valutazioni prima di una “seconda lettura” e del successivo invio al Congresso.
La norma si trova di fronte a un triplice blocco:
- Frizione interna: Le “divergenze” pubbliche tra i partner di governo (PSOE e Sumar) fanno dubitare del consenso necessario per difendere la legge.
- Opposizione politica: Il Partito Popolare (PP) ha già “lasciato intendere il suo rifiuto” della misura, considerandola destinata al fallimento.
- Opposizione degli attori: È una delle poche leggi che è riuscita a unire contro di sé sia le associazioni datoriali (CEOE/CEPYME) sia le università (CRUE).
Con questo panorama, la legge ha “poche possibilità di vedere la luce in Congresso”. È, a tutti gli effetti, politicamente morta. La sua approvazione in Consiglio dei Ministri sembra più un atto simbolico di Yolanda Díaz per rispettare la sua agenda con i sindacati che un’iniziativa legislativa sostenibile. L’unico modo in cui questa legge potrebbe prosperare richiederebbe un emendamento che includesse un finanziamento statale diretto (una voce nel bilancio dello Stato per coprire i rimborsi), cosa che non è contemplata.
Diagnosi dell’esperto: un problema reale, una soluzione incompleta
Come analista, la diagnosi del Ministero del Lavoro (l’abuso generalizzato del “falso stagista”) è corretta. Il problema è reale, danneggia il mercato del lavoro e precarizza l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.
Tuttavia, la soluzione (lo Statuto) è profondamente viziata perché ignora l’ economia degli incentivi. Tenta di imporre un costo significativo a un’attività (l’offerta di tirocini formativi) che è volontaria per le imprese. La conseguenza logica di tassare un’attività volontaria non è che le imprese paghino, ma che smettano di partecipare al sistema.
La legge confonde un problema lavorativo (frode, che deve essere perseguita dall’Ispettorato del Lavoro) con un’ attività accademica (formazione). Così facendo, scarica i costi sull’anello più debole (l’università, che ha l’obbligo di far laureare i suoi studenti) e minaccia di distruggere proprio quel ponte tra formazione e impiego che intendeva regolare.
Scenari futuri e raccomandazioni strategiche per PMI e lavoratori autonomi
Scenario 1 (Più probabile): lo Statuto muore in Parlamento.
La legge non viene approvata.
- Azione per le PMI: Il sollievo è solo parziale e temporaneo. L’obbligo di versare i contributi per gli stagisti (RDL 2/2023) rimane in vigore. L’Ispettorato del Lavoro sta già intensificando la sua vigilanza sui “falsi stagisti” indipendentemente da questa legge. Le PMI devono regolarizzare immediatamente i loro contributi del 2024 e 2025 per evitare sanzioni.
Scenario 2 (Poco probabile): lo Statuto viene approvato.
- Azione per le PMI: Se la legge dovesse essere approvata, le PMI dovranno prendere decisioni drastiche:
- Assumersi il costo totale: (Contributi + Rimborso Spese + Tempo di Tutoraggio). Questo sarà sostenibile solo se lo stagista apporta un valore tangibile quasi dal primo giorno.
- Ridurre drasticamente l’offerta: Cancellare tutti i posti di tirocinio extracurriculare (i più costosi e limitati dalla legge) e mantenere solo i minimi curriculari obbligatori.
- Fare pressione sull’Università: Negoziare con l’università di provenienza affinché sia quest’ultima ad assumersi il costo del “rimborso spese”, replicando il modello di fatto che si applica già con i contributi.
Raccomandazione strategica dell’analista:
Indipendentemente dalla sostenibilità dello Statuto, la tendenza normativa è chiara. Si raccomanda ai lavoratori autonomi e alle PMI di adottare due misure difensive a carattere immediato:
- Audit immediato dei contributi: La migliore difesa contro un’ispezione è la conformità. Verificare oggi che si stiano effettuando le iscrizioni e i versamenti trimestrali dei contributi agevolati per tutti gli studenti in tirocinio è la priorità numero uno.
- Documentare la formazione: Il piano formativo deve essere reale, dettagliato e documentato. Lo stagista non può sostituire nessuno né svolgere mansioni strutturali. Disporre di un piano formativo solido e di prove del tutoraggio è l’unica difesa legale efficace contro una “presunzione di subordinazione” e la rovinosa richiesta di stipendi e contributi arretrati.





